Home Attualità Rotary club Viterbo finanzia restauro Bambinelli del Monastero di Santa Rosa.
Rotary club Viterbo finanzia restauro Bambinelli del Monastero di Santa Rosa.

Rotary club Viterbo finanzia restauro Bambinelli del Monastero di Santa Rosa.

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Viterbo, 29 ottobre 2020 – Visita ufficiale della presidente del Rotary Club Viterbo, Simona Tartaglia, per la consegna del ricavato necessario al restauro dei “Bambinelli” Seicenteschi custoditi nel Monastero di Santa Rosa.

Ad accoglierla suor Francesca Pizzaia con due sorelle, Eleonora Rava, del Centro Studi Santa Rosa, Paola Pogliani, in rappresentanza dell’Università della Tuscia, ateneo che attraverso il corso di laurea in Restauro (Conservazione beni culturali) procederà al recupero dei preziosi manufatti.

Suor Francesca ed Eleonora Rava avevano anche assistito al concerto di Marco Sensi, preludio della conviviale attraverso la quale il Rotary Club Viterbo aveva organizzato la raccolta fondi necessaria. “Sono felicissima per questa attenzione verso di noi – ha sottolineato Suor Francesca –. Un nuovo lavoro che diventa utile a far conoscere la vita del monastero”. Una gioia condivisa con Simona Tartaglia: “E’ bello collaborare con voi mettendo insieme il Rotary con le tante istituzioni coinvolte. Siamo molto felici, con la collaborazione di Marco Sensi, degli sponsor e del Circolo Golf Viterbo, di aver potuto contribuire come soci a questa opera fortemente legata al territorio. Lo considero anche un modo per riportare l’attenzione su Santa Rosa e il suo Monastero, in un anno fortemente penalizzato dalla situazione di emergenza”.

Con il contributo ricevuto si procederà allo studio dei materiali, dopo l’analisi dei documenti forniti dal Centro Studi Santa Rosa, per poi operare il restauro vero e proprio su uno, o forse due, dei Bambinelli (sui quattro rinvenuti in buone condizioni nei magazzini del Montastero), lavorando in collaborazione con Tessili Antichi per quanto riguarda la parte in tessuto.

Così nel progetto vengono descritti i Bambinelli: “Le figure sono da considerarsi opere polimateriche: la testa e gli arti sono eseguiti in ceroplastica, mentre il corpo infagottato è costituito da preziosi vestitini in seta ricamata anche con fili d’argento ed all’interno imbottiti di stoppa. I capelli sono veri, e a corredo delle figure sono  presenti corone in argento impreziosite da pietre, cuffiette ricamate e cuscini, anch’essi riccamente adornati da ricami e pizzi”.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.