Home Attualità Croce Rossa, Sbocchia: “Più servizi e zero contributi a fondo perduto”.
Croce Rossa, Sbocchia: “Più servizi e zero contributi a fondo perduto”.

Croce Rossa, Sbocchia: “Più servizi e zero contributi a fondo perduto”.

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Viterbo, 17 marzo 2024 – Il comune di Viterbo si appresta a votare la “Cittadinanza onoraria per la Croce Rossa Italiana di Viterbo e iscrizione nell’albo d’oro della città”, proposta già passata in commissione con unanimità di consensi. “Un grande onore per noi”, dichiara il presidente di Viterbo Marco Sbocchia riguardo a “all’onorificenza più alta che un Comune possa dare, e in questo caso, un capoluogo. Tutto ciò ci rende orgogliosi. Lo dedico ai nostri volontari, senza di loro non riusciremmo a fare tanto”, prosegue Sbocchia, riservandosi altre parole per il giorno in cui ci sarà l’ufficialità. La Croce Rossa Italiana di Viterbo può contare su “otto dipendenti e 300 volontari”, numeri che danno la misura di quanto siano importanti coloro che si mettono a disposizione del prossimo gratuitamente per spirito di comunità e solidarietà. Nonostante questo contributo, però, i servizi prestati dalla Croce Rossa hanno comunque dei costi. “Abbiamo una convenzione in essere con il comune di Viterbo”, informa Sbocchia, “Ma so che la stanno rivedendo. Dopo il Covid i servizi sono aumentati, ma il contributo è rimasto lo stesso, duemila euro”. Contributo che sarebbe spesso coperto con “l’avanzo di bilancio”, ma se si riuscisse ad avere una fonte “più stabile, riusciremmo a programmare meglio e a sviluppare delle progettualità”, sostiene il presidente. Attualmente la Croce Rossa di Viterbo si occupa di “300 famiglie per un totale di quasi 1000 persone, a cui somministriamo pacchi alimentari. Abbiamo poi un centralino di tipo sociale, attivo tutti i giorni anno dalle 9 alle 19. Riceve telefonate da chiunque per supporto psicologico, per la consegna a domicilio di medicinali e spesa alimentare. Servizi che avevamo attivato durante il Covid, ma che sono continuati ad esistere e a funzionare. Abbiamo anche il servizio di emergenza caldo e freddo. Soprattutto nel periodo invernale facciamo il giro e distribuiamo indumenti e te caldo ai senza fissa dimora. Abbiamo anche tutti i servizi di base della protezione civile che manteniamo sempre attivi come la cucina mobile, le strutture attendate”, prosegue Sbocchia. Da notare, inoltre, che “nel caso di indisponibilità del comando di polizia municipale, la nostra sede è stata individuata come centro operativo comunale”. Un’attività, quella della Croce Rossa, non solo sempre più ampia e complessa, ma anche determinante nei momenti più critici della vita delle comunità. “Fino al 2012 eravamo un ente pubblico non economico, se c’erano problematiche di bilancio in qualche maniera pagava lo Stato. Ora, invece, continuiamo a dare un servizio istituzionale, siamo ente di interesse pubblico, ma di diritto privato. Non riceviamo più contributi pubblici a fondo perduto, né dalla Croce Rossa Centrale, né dallo Stato. Per alcuni servizi la Regione ci rimborsa le spese sostenute a consuntivo”. Nonostante, le cose siano cambiate, “Ci troviamo con il dovere morale di fare assistenza, siamo la Croce Rossa Italiana, non possiamo tirarci indietro. Spesso andiamo anche a integrare delle carenze dei Servizi Sociali delle istituzioni pubbliche e dobbiamo fare i conti anche noi, soprattutto se gli enti territoriali non ci sostengono”, dice Sbocchia che ricorda come tutti possono diventare volontari della Croce Rossa: “Si fa un corso di 30 ore base, ma c’è la possibilità di fare dei corsi ulteriori di specializzazione. Da noi non ci sono solo sanitari, ma anche elettricisti, avvocati, notai”. Proprio ai volontari “è dedicata la cittadinanza onoraria concessa dal Comune”, conclude Sbocchia.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.