Home Politica Immigrazione, consiglio straordinario, la spunta la maggioranza, la minoranza non si accorda e chiede lo smantellamento dei grandi nuclei
Immigrazione, consiglio straordinario, la spunta la maggioranza, la minoranza non si accorda e chiede lo smantellamento dei grandi nuclei

Immigrazione, consiglio straordinario, la spunta la maggioranza, la minoranza non si accorda e chiede lo smantellamento dei grandi nuclei

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Due modi diversi di vedere la stessa cosa: l’immigrazione. Ammesso che l’accoglienza è un dovere a cui nessuno può sottrarsi, sul modo in cui realizzarla centrodestra e centrosinistra la pensano diversamente.  Il consiglio straordinario sull’immigrazione di ieri è partito da un “dato” sul numero di migranti presenti a Viterbo, riferito dal sindaco Leonardo Michelini dopo l’incontro in Prefettura, per cui i migranti in città  in questo momento sarebbero più di duecento, più del tre per mille dei residenti, quindi, al di sopra del limite previsto per i Comuni, come Viterbo, aderenti allo Sprar che è del  2,5 per mille.\r\n\r\nAl riguardo il centrodestra nel suo ordine del giorno dice: “Basta, non vogliamo più altri arrivi”, mentre il centrosinistra afferma: “Riportare le presenze di migranti alla percentuale massima prevista”. E questa è la posizione che è prevalsa, al termine del consiglio straordinario di ieri, dove viene approvato l’ordine del giorno della maggioranza e respinto quello della minoranza (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Viterbo 2020, Fondazione, Gal, Gruppo Misto, escluso il Movimento Cinque Stelle) che non accetta di farne uno condiviso con il centrosinistra. A ben guardare le due posizioni, appare evidente l’impossibilità di un avvicinamento senza snaturare lo spirito dell’una o dell’altra.  Più severa la posizione del centrodestra, maggiormente incline a fare, in un certo senso, marcia indietro rispetto alla situazione creata dalla Prefettura sul territorio con la politica dei bandi e a non accettare nemmeno il 2,5 per mille come termine di riferimento per le presenze migratorie sul territorio. Più disposta a “regolare” la situazione, più che a “depennarla” sembra, invece, l’idea del centrosinistra.\r\n\r\nLe differenze tra i due schieramenti, dunque, ci sono, e sono abbastanza marcate. Riguardo al campo ex fiera di Viterbo, il centrosinistra afferma: “Impegnarsi ad agire per dichiarare non conforme alle norme urbanistiche il campo situato negli spazi dell’ex fiera e nel rispetto della reciproca autonomia di Comune e Prefettura a procedere secondo i pareri del dirigente comunale competente all’”eventuale” chiusura e smantellamento del sito”.\r\n\r\nAl centrodestra non basta “l’impegno ad agire” e non contempla il termine “eventuale”, ma vuole riaffermare quella che, secondo loro, è la certezza  di: “chiudere il campo dell’ex fiera, ponendosi anche in aperta contrapposizione con la Prefettura se necessario”.\r\n\r\nIl centrosinistra chiede di “trasformare i Cas sul territorio in Sprar”,  il centrodestra, invece, chiede lo “smembramento dei nuclei numerosi concentrati in singoli luoghi in quanto potenzialmente pericolosi per l’equilibrio sociale e la sicurezza del territorio”. In proposito prevede anche l’istituzione di un Osservatorio che li possa “monitorare e controllare in modo serrato”.\r\n\r\nSu un altro punto le visioni tra centrodestra e centrosinistra si divaricano parecchio. I primi chiedono di: “opporsi nei confronti della Prefettura quale ente competente alla modalità di accoglienza gestita come attività contrattuale con privati ed esclude i Comuni dal processo decisionale, concentrando un numero cospicuo di migranti nello stesso luogo”, mentre per il centrosinistra è “sufficiente”: “sollecitare la Prefettura affinché nei progetti di accoglienza proposti si effettui monitoraggio e controllo circa i servizi che i gestori devono obbligatoriamente erogare ai migranti, in modo tale da poter escludere quei soggetti inadempienti”, senza, però, intervenire sulle modalità di assegnazione dei vari progetti di accoglienza ai privati.\r\n\r\nÈ chiaro che centrodestra e centrosinistra stanno su due “sponde” diverse, l’una chiede di mettere uno stop alla politica dei bandi, l’altra si focalizza sui servizi che il gestore deve prestare, senza specificare come esso debba essere selezionato. Trovare il modo di far confluire questi due ordini del giorno in un unico documento condiviso, si è rivelato, ieri,  solo un esercizio di retorica e ha dimostrato che, spesso, anche a livello locale, la diversa impostazione ideologica tra destra e sinistra esiste, eccome. Un segnale che dovrebbe far riflettere i fautori delle “grandi ammucchiate” al governo locale, dove tra l’altro, ne fornisce un esempio recente e politicamente poco felice proprio la coalizione che sostiene Michelini, che ha “messo dentro” tutto il panorama ideologico, partendo dalla sinistra per arrivare alla destra, ritrovandosi poi nell’impossibilità di far “camminare” la macchina in una stessa direzione. Un esperimento che, qualcuno, tra l’opposizione, avrebbe accarezzato ieri, nello spingere  verso la definizione di un ordine del giorno condiviso tra centrodestra e centrosinistra, senza avere successo, però, a riprova che, l’olio e l’acqua, per quanto li agiti, non si miscelano mai.\r\n\r\nIl consiglio straordinario di ieri, quindi, si è chiuso con l’approvazione a maggioranza dell’ordine del giorno presentato dalla coalizione di centrosinistra. Nella tarda mattinata di ieri il documento non era ancora presente nell’ufficio del consiglio comunale, in quanto sembra sia rimasto nella posta elettronica del presidente del consiglio, Marco Ciorba, facendo erroneamente ritenere che la maggioranza non avesse elaborato una proprio posizione. Respinto anche l’ordine del giorno del Movimento Cinque Stelle.\r\n\r\n 

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.