Home Politica Marini: «Viva Viterbo è stata una delle cause principali della sconfitta del centrodestra nel 2013»
Marini: «Viva Viterbo è stata una delle cause principali della sconfitta del centrodestra nel 2013»

Marini: «Viva Viterbo è stata una delle cause principali della sconfitta del centrodestra nel 2013»

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Non si sa se il menu della cena consumata tra Forza Italia, Fratelli d’Italia, Fondazione e Viva Viterbo, organizzata qualche sera fa in un ristorante del centro  per parlare di alleanze e strategie per le prossime elezioni, prevedesse il dolce. Sicuramente nei giorni seguenti   è arrivato il “salato”: dopo le staffilate della Lega, che ha spiegato di non essere stata invitata e che, comunque, non avrebbe gradito la compagnia (politica) di Viva Viterbo, prendendo le distanze da chi “ha determinato la sconfitta del centrodestra e ha governato con Michelini”, arriva il “piatto” al “peperoncino” di Giulio Marini che, in un’intervista, parla di Viva Viterbo come  “l’altra causa principale della sconfitta del centrodestra, oltre alla caduta della Regione“. L’ex sindaco critica anche le modalità con cui si starebbe cercando di ricompattare il centrodestra, scattando una fotografia di un’evidente spaccatura.

 

 

Come interpreta la sua esclusione dalla cena di qualche sera fa?

Felice di non essere stato invitato

 

Perché?

Era un tavolo che aveva dei contrasti.

 

 

Di che tipo?

Viva Viterbo, come parte del centrodestra, è una prospettiva che vedo ancora distante.

 

 

Cosa vuole dire?

Era necessario fare un’analisi sulla permanenza di Viva Viterbo dentro la maggioranza di centrosinistra per quattro anni, durante i quali ha governato la città, e alla quale abbiamo fatto opposizione.

 

 

Altrimenti?

Altrimenti la presenza di Viva Viterbo a fianco del centrodestra, senza prima un chiarimento politico, non fa bene a nessuna delle due parti.

 

 

Che tipo di chiarimento politico?

Prima di fare una cena di quel tipo, era necessario discutere della partecipazione di Viva Viterbo alle elezioni del 2013 a fianco del centrosinistra, a cui sono seguiti quattro anni di governo nell’amministrazione Michelini, alla quale stiamo facendo opposizione. Va bene che la politica è l’arte dell’impossibile. Però ci sono dei passaggi da fare. Altrimenti siamo merce di scambio tutti quanti. Si perde credibilità.

 

 

Quanto è stata determinante Viva Viterbo nel consegnare la città all’amministrazione Michelini nel 2013?

È stata molto determinante a decretare la sconfitta del centrodestra. Oltre alla caduta della Regione e di tutte le sue conseguenze, una delle cause principali della sconfitta è stata Viva Viterbo. Non dimentichiamo, poi, i comizi che Viva Viterbo ha fatto nei confronti della mia amministrazione e di tutti i suoi componenti. Una critica nei confronti dell’amministrazione di centrodestra uscente che si è manifestata tutta di un tratto.

 

Non se l’aspettava?

Assolutamente no. Con una seria di soggetti di Viva viterbo e di Caffeina c’era un rapporto professionale perfetto. Collaborativo. Questo quando non facevano politica. Poi sono entrati in politica e tutto insieme è uscita fuori la critica nei miei confronti e della mia amministrazione.  Una critica strana, no? Di difficile lettura.

 

 

Pensa che in futuro Viva Viterbo possa essere ancora determinante?

Questo non lo so. Il 2013 e il 2018 sono due epoche diverse.

 

 

Questa prova di coalizione fatta a cena le sembra riuscita?

L’intento forse era pure positivo, ma è stato realizzato male. Non c’è bisogno di fare una cena. Per  parlare di programmi e alleanze politiche si fa una riunione formale e si invitano tutte le parti in causa. Mi chiedo, inoltre, se dovevano parlare delle elezioni provinciali, perché non hanno coinvolto tutti i consiglieri comunali di Viterbo? Escluso il Movimento Cinque Stelle, in opposizione ci sono 12 consiglieri che valgono in totale 7.200 voti. Un peso maggiore rispetto a tutti gli altri della provincia.

 

 

Quali erano le modalità giuste, secondo lei, per iniziare a parlare dei prossimi appuntamenti elettorali?

Sarebbe stato opportuno fare un primo passaggio con le forze di centrodestra. Quando, poi, il quadro fosse stato maturo, si poteva aprire a liste civiche.

 

 

Qual è il risultato della via intrapresa con questa cena?

Ad oggi la fotografia è di una spaccatura. Che non è irrevesibile, ma bisogna analizzare come realizzare un’unione di centrodetra generale. Sennò facciamo il goco dell’aversario.

 

 

Come vede il suo ruolo all’interno di Forza Italia in questo momento?

C’è un tentativo di emarginazione nei miei confronti. All’interno del partito c’è una voglia di cambiare leadership. Pensavo questo si potesse fare con i congressi. Così non è stato. Da parte mia ho rinunciato a lotte frutto di personalismi. Mi aspetto, quindi, che si possa parlare e condividere una linea programmatica. In questi anni sono stato sempre dalla parte di centrodestra, anche se il mio partito ogni tanto scodinzolava al centro. Oggi Forza Italia ha ripreso la strada giusta, sia a livello locale, sia nazionale. Ma c’è stata una  linea ondivaga. Non è la mia. Sono per una linea chiara di centrodestra, unito. Non so se qualcuno sperava che me ne andassi. Ho avuto possibilità di cambiare partiti a livello nazionale, ma sono rimasto a Forza Italia. Ho sposato la sua battaglia dall’inizio. Con l’aiuto degli elettori ho ricoperto ruoli importanti a livello provinciale e nazionale. La mia idea programmatica è quella che ha sposato Forza Italia, anche se non ho sempre condiviso le scelte nazionali fatte durante il governo. A volte l’ho manifestato con il voto contario. Non ho votato il Salva Italia proposto da Monti, pe esempio, perché era una manovra illiberale.

 

 

Si mette, quindi, ancora a disposizione del partito?

Se qualcuno ha voglia di fare scelte per il futuro, sono a disposizione. Se, invece, si tratta di fare pettegolezzi di basso livello, non sono più disponibile.

 

 

A cosa si riferisce?

A quando Arena dice che Marini ha avuto tutto, per esempio.  A Forza Italia c’è stato anche chi ha fatto il ministro e il sottosegretario, con meno consensi di me. Ho avuto quello che il partito mi ha chiesto di fare. Ho fatto il Presidente della Provincia perché Forza Italia me lo ha chiesto. Per lo stesso motivo ho fatto il sindaco, il senatore, il deputato. Non ho fatto il consigliere regionale perché rispetto alla legge elettorale avrei dovuto dimettermi da sindaco un mese prima e non c’era più tempo.

 

 

Quali sono stati i suoi rapporti come consigliere comunale di Forza Italia con i vertici del partito?

Negli ultimi due anni, eccetto qualche volta, non ho mai avuto un confronto riguardante la mia attività in comune. Il mio contributo c’è sempre stato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.