Home Politica La caduta di Michelini congelata in attesa delle politiche. Marini invita a cena 40 amministratori ed ex

La caduta di Michelini congelata in attesa delle politiche. Marini invita a cena 40 amministratori ed ex

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Come una coperta che si sfilaccia, giorno dopo giorno, e diventa sempre più piccola, tanto che se la tiri da una parte, si fa più corta dall’altra, la maggioranza di Leonardo Michelini ormai non ha più i numeri necessari a garantire il funzionamento della macchina amministrativa.\r\n\r\nNon si contano più le sedute saltate per mancanza del numero legale, più o meno motivate da impegni di lavoro, ma comunque parallele al corso ininterrotto delle numerose e ripetute lotte intestine a una coalizione che non c’è più.\r\n\r\nLa constatazione che a ogni seduta il numero dei consiglieri presenti è sempre ridotto al lumicino, ha costretto a ricorrere alle seconde convocazioni che prevedono dei quorum più bassi. Ma anche così, la vita per la maggioranza di Michelini, è sempre più difficile.\r\n\r\nDall’iniziale superiorità numerica di 22 consiglieri di maggioranza contro dieci di minoranza, la forbice si è progressivamente ridotta, a iniziare dal passaggio di Insogna, Moltoni e Taborri nelle file dell’opposizione, che hanno ristretto il fossato tra maggioranza e minoranza a diciannove contro tredici consiglieri.\r\n\r\nLe assenze, oramai fisse, di molti consiglieri della coalizione di governo hanno fatto il resto: maggioranza falciata. In questo quadro numericamente sparuto e desolante continuano a consumarsi le contrapposizioni tra le varie fazioni interne alla maggioranza, attente all’evoluzione del quadro nazionale dopo il referendum del 4 dicembre.\r\n\r\nLe sorti del mandato Michelini, infatti, sembrano irrimediabilmente legate a quelle dell’attuale governo. Pare che il crollo di Palazzo dei Priori sia stato congelato per essere servito, fresco, al momento opportuno. Cioè quando si saprà la data delle elezioni politiche.\r\n\r\nE’ chiaro, infatti, che le varie partite politiche che si stanno giocando dietro a una maggioranza apparentemente immobile, corrono lungo un filo diretto tra Palazzo dei Priori e quelli del potere a Roma.\r\n\r\nLa candidatura a sindaco, e quelle in Parlamento sono le carte da giocare in una difficilissima partita alla ricerca degli incastri ideali delle alleanze.\r\n\r\nIn merito a ciò sta assumendo contorni sempre più concreti l’ipotesi che si è sempre fatta di una probabile candidatura di Giuseppe Fioroni a sindaco di Viterbo ma, secondo alcuni, solo nel caso in cui all’ex ministro dovesse sfuggire il seggio in Parlamento.\r\n\r\nEd ecco che la necessità di giocarsi in questo ordine le due chance, da parte del big del Pd, segnerebbe anche il timer all’amministrazione Michelini che potrebbe cadere solo dopo le elezioni politiche, tirando a campare fino a quel momento.\r\n\r\nNon manca chi solleva delle perplessità sull’opportunità di candidare qualcuno che abbia perso la partita in Parlamento.\r\n\r\nNella strategia dell’ex ministro, poi, va inserita anche la sua fedelissima, attuale vice sindaco, Luisa Ciambella, candidata numero due, dopo Fioroni, sia al Parlamento, sia a sindaco di Palazzo dei Priori.\r\n\r\nAd ogni modo, la corsa allo scranno più alto del Comune, di Fioroni, o di un suo uomo o donna, avrebbe provocato la lacerazione dei rapporti con l’attuale sindaco Leonardo Michelini, anche lui, secondo alcuni, intenzionato a ritentare il secondo mandato.\r\n\r\nIn questo quadro si inseriscono anche le aspettative del gruppo di Francesco Serra, all’interno del quale non mancano candidati che possono aspirare agli stessi posti di potere. Come non percepire la sottile, ma fragorosa, bordata arrivata a Luisa Ciambella dietro la mozione, con primo firmatario Serra, che promuove calorosamente la realizzazione del parco canile, contro la tiepida simpatia verso questa soluzione da parte della vice sindaco fioroniana, che ha sempre sollevato impedimenti come la presenza di un vincolo idrogeologico, e l’assenza di normativa regionale?\r\n\r\nSe il centrosinistra è in fermento, l’altra metà dell’emisfero politico, il cetrodestra, non dorme. Lunedì sera, in un noto locale alle porte di Viterbo, l’ex sindaco Giulio Marini avrebbe riunito circa quaranta amministratori, attuali ed ex, intorno a un tavolo per una cena “tra amici”.\r\n\r\nL’intento sarebbe stato quello di ritrovarsi per una serata insieme. Considerando, però, i nomi dei presenti, resta difficile credere che la politica non c’entri nulla. Alla serata, infatti, avrebbero preso parte, tra gli altri: Mauro Rotelli, Marco Milioni, Andrea Marcosano, Turchetti, Bennati, Alessandro Cuzzoli, Gianmaria Santucci, Antonella Sberna, Daniele Sabatini, Paolo Muroni, Elpidio Micci, Umberto Fusco, Enrico Contardo, Giuseppe Fraticelli, Erino Pompei, Francesco Simoncini, Nino Porciani,Gianluca Grancini, Chicco Moltoni, Fabio Bartolacci, Maria Antonietta Russo e, ovviamente, lo stesso Giulio Marini.\r\n\r\nAssente Giovanni Arena, attuale coordinatore comunale di Forza Italia, Dario Bacocco, responsabile provinciale, Laura Allegrini e Gabriella Grassini e il capogruppo di Forza Italia al consiglio comunale di Viterbo, Claudio Ubertini.\r\n\r\nDopo il banco di prova del referendum costituzionale, il centrodestra riprova a trovare l’unità, mettendosi, stavolta, intorno a un tavolo imbandito, con Marini che, sul Comune di Viterbo,  rispolvera la squadra che non superò il verdetto elettorale del 2013, consegnando la vittoria a Leonardo Michelini. Chissà che l’ex sindaco, sotto, sotto,  non speri che, dopo “aver assaggiato” la primizia Michelini, gli elettori possano riscoprire  il gusto sicuro e familiare della minestra, anche se un po’  riscaldata.  Marini, così, pare pronto a calarsi nuovamente nel ruolo di timoniere, anche se per ora, solo al ristorante.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n \r\n\r\n(In foto la maggioranza di governo sempre più sparuta)

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.