Home Cultura Trasporto: il 22 il montaggio di Gloria. Un fantomatico “gufo” lascia il segno al cantiere.
Trasporto: il 22 il montaggio di Gloria. Un fantomatico “gufo” lascia il segno al cantiere.

Trasporto: il 22 il montaggio di Gloria. Un fantomatico “gufo” lascia il segno al cantiere.

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ViterboPrima di quella che sorreggerà in cima la Santa, c’è un’altra macchina che si è messa in moto in vista del Trasporto del 3 settembre ed è quella organizzativa che vede impegnati, tra gli altri, la famiglia dei costruttori Fiorillo e quanti operano intorno al cantiere più atteso di Viterbo che proprio in questi giorni ha aperto i battenti.

Stamattina, all’interno di Porta Romana, a ridosso della chiesa di San Sisto, ha iniziato a prendere forma il ponteggio che dovrà contenere l’imponente struttura. Tempo stimato per completare l’allestimento: 10 giorni.

Ma, intanto, c’è di che parlare. Del resto, intorno a una tradizione così impregnante per il tessuto cittadino, sono molte le storie e gli aneddoti da raccontare. Uno è certamente legato al mazzolino di rose finte che spunta, puntuale, con l’apertura del cantiere, sulle transenne che delimitano l’area di lavoro all’interno della quale ha iniziato da ieri mattina ad elevarsi il ponteggio. Oramai è diventato una sorta di rito irrinunciabile che si innesta negli altri, spontanei, che prendono vita in una comunità in cui molti vivono questo periodo dell’anno ciascuno a modo suo, con un significato tutto personale legato al Trasporto, diventando fondamentali protagonisti di una tradizione che nasce dal popolo.

E così, quel mazzolino di rose di plastica rosse che “fiorisce” ogni anno sul metallo del cantiere, sono una pennellata di questo ricco affresco di consuetudini, emozioni e sentimenti verso “Rosina” che pullula spesso anche di personaggi caratteristici, autentici interpreti di quella viterbesità che rende assolutamente tipico il sapore del contesto cittadino che ruota intorno al Trasporto. Ma quel che rende curiosa la storia è il “misterioso” autore del gesto. Tutti sanno chi è, ma nessuno riesce ad avvistarlo quando lascia i suoi omaggi floreali. “Si chiama il Gufo”, dicono al cantiere, “gira con un ape blu, è sulla sessantina di corporatura robusta”. E chissà che il gufo con le sue rose quest’anno non riesca a “sfatare” anche il meteo. Sono anni, infatti, che sulla perfetta macchina organizzativa dei Fiorillo, il tempo ci mette lo zampino. “Due anni fa – dice Vincenzo Fiorillo – per montare l’ultimo pezzo è stato estremamente difficoltoso per il forte vento che lo spostava continuamente. In basso non si sente, ma salendo le raffiche si fanno più vigorose e due anni fa veramente è stata un’impresa completare l’assemblaggio. Siamo riusciti a terminarlo alle nove di sera, correndo anche qualche rischio”. Era la fine di agosto, qualche giorno dopo iniziò la sequenza sismica nell’Italia Centrale che devastò Amatrice e altri territori. Forse quel forte vento anticipava la tragedia, e non è mancato chi ha visto nell’impossibilità di completare il montaggio della macchina, quasi uno strano segno del fato, come se Santa Rosa non fosse voluta salire fin lassù per vedere quel che sarebbe accaduto. Pensieri, suggestioni, in bilico su quel confine di mezzo tra il mondo concreto e la dimensione surreale di Rosa che ogni anno risucchia l’intera città. I Fiorillo, però, sono quelli obbligati a stare con i piedi per terra, almeno fino al primo “sollevate e fermi” di San Sisto, per garantire la massima sicurezza della struttura e, quindi, del Trasporto.  E il tempo è da qualche anno una variabile da tenere in considerazione. “Con il meteo non ci si capisce più niente – dice Fiorillo  – anche l’anno scorso abbiamo smontato qualche giorno prima la macchina perché le previsioni erano poco rassicuranti”. Quel che è certa, invece, è la tabella di marcia che anche quest’anno si ripeterà senza variazioni. Dieci giorni per il ponteggio, una breve vacanza per i Fiorillo, per tornare a San Sisto il 22 agosto, quando i pezzi della macchina custoditi nel capannone usciranno e attraverseranno la città per essere assemblati a Porta Romana. “Anche se chiuderemo il cancello della nostra ditta per qualche settimana – dice Fiorillo – il pensiero è sempre lì, alla macchina, come, del resto, tutti i giorni dell’anno. Con i figli ne parliamo sempre”. Gloria sarà smontata, probabilmente, “l’11 settembre, tempo permettendo”, dice Fiorillo, tra gli autori di alcune modifiche di certe consuetudini: “Abbiamo voluto curare la forma in senso più rispettoso, conservando la statua della Santa non più al capannone, ma presso il santuario, e decidendo di collocarla con una cerimonia ufficiale con la presenza del sindaco e del vescovo in cima alla macchina il giorno del montaggio”. Negli ultimi anni sono state rafforzate le misure di sicurezza: “La macchina – dice Fiorillo – è ancorata con 4 tiranti a terra e 4 in alto a San Sisto. Al santuario, invece, siamo costretti ad allegerire queste misure e abbiamo solo 4 tiranti”

Tiziana Mancinelli

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.