Home Prima Pagina Un Trasporto perfetto e una folla immensa per Luce di Rosa, la mini macchina del centro storico
Un Trasporto perfetto e una folla immensa per Luce di Rosa, la mini macchina del centro storico

Un Trasporto perfetto e una folla immensa per Luce di Rosa, la mini macchina del centro storico

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Luce di Rosa si accende e la città esplode in urla di gioia al grido  “Evviva santa Rosa”.\r\n\r\nLa macchina di Todini e Laureti inizia la sua marcia trionfale sulle gambe dei facchini, bambini e ragazzi, che si prendono sotto braccio e all’improvviso i visi paffutelli lasciano il posto al volto di  un’invincibile armata. Superano salite, discese, schivano cavi della corrente che intralciano il passaggio nei vicoli, si abbassano sicuri sulle ginocchia quando è il momento di far passare Luce di Rosa sotto la breve galleria di via Mazzini, più bassa della macchina.\r\n\r\nIl loro passo di marcia non conosce incertezze né esitazione. Sempre avanti, cadenzato e sicuro. Non si scompongono. In questi minuti della loro esistenza conta solo una cosa: riportare a “casa” la Santa. Sotto di lei si trasformano. Li guardi nel tentativo di ritrovare su quelle rosee faccette qualche segnale, qualche debolezza che ti ricordi che sono solo dei bambini, ma trovi solo una volontà di ferro, coraggio da vendere e nemmeno una traccia di stanchezza o paura.\r\n\r\nTutti schierati in piazza Dante scalpitano per iniziare la loro impresa. Sono più di duecento, dai sei ai quattordici anni. Finalmente cade il telone sul ponteggio e Luce di Rosa si presenta. Ordinatamente corrono tutti sotto, seguendo i comandi del capo facchino, Alessandro Lucarini,  che pronuncia il primo “Sollevate e fermi”.\r\n\r\nLa macchina inizia il suo cammino,  scorre sicura lungo i vicoli della città immersi nel buio, e quando la sua luce li illumina, rimbalza, insieme a un’esplosione di applausi e grida di incitazione,  l’immagine di una folla incredibile, assiepata in ogni angolo, in ogni centimetro di percorso e sulle finestre. Le tribune in piazza del Comune sono tutte occupate. Per strada c’è un mare di gente.\r\n\r\nLuce di Rosa è al suo primo Trasporto e il debutto è un successo. La macchina, infatti, appare molto equilibrata, con i suoi elementi che si sviluppano lungo la sua altezza in modo proporzionato e armonioso. Ci sono richiami all’architettura gotica cittadina e figure di angeli che accompagnano i vari livelli verso la cima fino alla Santa.\r\n\r\nAnche il sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, dichiara apprezzamento per  la nuova mini macchina del Centro storico, definendola “bella, armoniosa e proporzionata”, un risultato non sempre facile da ottenere, considerando che queste strutture sono molto più basse di quella che sfila il tre settembre.\r\n\r\nIl primo cittadino cammina all’indietro in diversi punti del percorso per godersi compiaciuto lo spettacolo.\r\n\r\nLa macchina parte da piazza Dante, percorre via Mazzini in direzione Porta della Verità per poi scendere lungo via dell’Orologio Vecchio. Arriva a piazza delle Erbe e fa un’altra sosta all’ingresso di via Saffi. La ripartenza mette a dura prova sia i piccoli facchini sia la loro guida: c’è infatti da superare un traliccio che attraversa la strada in alto, attaccato alle estremità a due edifici. E’ necessario  prendere bene le misure e camminare abbassati per far passare sotto la macchina. Scena che si ripete sempre per lo stesso motivo in altri tratti. Ma sono tutti bravissimi e tutto fila liscio. A piazza del Comune i facchini compiono delle girate. Intorno ci sono grida di giubilo. Dopo la sosta si riprende per via Roma, dove continua il tripudio di applausi della folla assiepata ai lati. La macchina si ferma di nuovo a piazza delle Erbe. Il presidente del Sodalizio, Massimo Mecarini, plaude e incita i mini facchini.\r\n\r\nLucarini si rivolge a loro dicendo: “dobbiamo aspettare un po’ perché ci dicono che sulla salita di santa Rosa c’è tantissima gente e stanno cercando di liberare il percorso. In effetti quest’anno il pubblico, seppur sempre numeroso anche negli anni precedenti, sembra lievitato. Si prosegue verso il Corso, piazza del Teatro. I facchini si fermano e riprendono fiato: sta per arrivare un altro tratto impegnativo, la salita verso il santuario di santa Rosa. Giunti all’altezza della traversa di via di Casa di Santa Rosa i mini facchini innescano la quarta e iniziano a correre, strappando grida di meraviglia e un coro di applausi del pubblico. Il sagrato è stracolmo di persone, la scalinata che porta alla chiesa è stata presa d’assalto dalla gente, numerosissima.\r\n\r\nI facchini fanno altre girate, sicuri, decisi, veloci, sembra che nessuno possa più fermarli. Poi poggiano la macchina sui cavalletti ed escono fuori.  La maggior parte del percorso ora è alle spalle. La tensione inizia ad abbandonarli e prende il sopravvento l’entusiasmo. Fanno volare in aria il loro capo facchino Lucarini. Abbracciano i genitori, si danno le pacche sulle spalle. Poi si siedono tutti, come di rito, sulle scalinate del sagrato della chiesa di santa Rosa a riprendere fiato davanti alla macchina. Alcuni piccolissimi si avvicinano e dicono: “lo sai io porto i cavalletti”. Ognuno di loro è orgoglioso, sa che fa parte di una cosa importante, e hanno una gran voglia di dirlo a qualcuno, anche uno qualunque. Pensano a santa Rosa come a una di loro. E appena hanno l’occasione, ti guardano, alzano la manina e con le dita contano, per dirti a quale Trasporto sono arrivati.\r\n\r\nPrima del Trasporto il presidente del Comitato Centro Storico, Alfredo Fazio, ha scoperto insieme al sindaco, Leonardo Michelini, la targa del 50esimo Trasporto, con l’augurio, da parte del primo cittadino, di tanti altri 50 anni a venire.\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n 

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.