Home Politica Guerra in minoranza su Asl e Covid, Evangelista (Lega): «Teatrino vergognoso».

Guerra in minoranza su Asl e Covid, Evangelista (Lega): «Teatrino vergognoso».

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Viterbo, 24 novembre 2020Covid19, ASL di Viterbo, Luisa Ciambella, il Pd, Barelli. Gli ingredienti per un film d’azione ci sono tutti. A Palazzo dei Priori parte quello che il presidente del consiglio, Stefano Evangelista, indica come un “teatrino”: «Sono sincero – dirà alla fine del consiglio comunale convocato per un’informativa sul Covid19 con la presenza del direttore generale della Asl Donetti e dei medici di Belcolle – non voglio offendere nessuno, ma inizio a vergognarmi e mi sento a disagio. Non voglio essere tirato dalla giacchetta a destra e a sinistra», dice Evangelista, in questo caso solo a sinistra, visto che lo scontro è tutto interno alla minoranza. Evangelista è https://www.centrochiaviviterbo.com/visibilmente contrariato per «questioni che non mi interessano». Ma quali sono queste «questioni»? La lezione di ogni trama magistrale insegna che esse non sono mai espresse esplicitamente, ma restano tra le righe. E anche stavolta sarà così. Resterà a verbale un legittimo intervento di un consigliere comunale, Luisa Ciambella (PD), che prende la parola per fare domande in seguito all’informativa resa dai vertici della Asl, in primis la dg Daniela Donetti, per presentare interrogazioni urgenti al sindaco. Tutto regolare. Per il regolamento. Per la linea che, invece, sarebbe stata presa nella conferenza dei capigruppo, secondo quello che riporta Giacomo Barelli, la cui voce si leva contro quella di Ciambella, al termine dell’informativa della Asl non ci sarebbero dovuti essere interventi dei consiglieri comunali. Ma Ciambella la pensa diversamente. La crepa nel Pd, tra l’ex capogruppo e la schiera di consiglieri comunali dem, ora capeggiata da Alvaro Ricci, tutti di area panunziana, con Serra pure medico della Asl, è evidente. La Ciambella già dal giorno precedente, del resto, come ogni buon generale, si è preparata il terreno di un “cortese” dibattito ( forse anche di una latente battaglia verso la locale Asl della regione Lazio, dove siede il consigliere regionale Enrico Panunzi?) presentando due interrogazioni urgenti: una sull’installazione di hub per la realizzazione della catena del freddo per la distribuzione di vaccini anti Covid19, l’altra per consentire a una delle due farmacie comunali di fare test rapidi come prevede un’ordinanza di Nicola Zingaretti. Due interrogazioni considerate, giustamente, urgenti dal presidente Stefano Evangelista, che concede la parola a Ciambella. Ma Barelli ha qualcosa da dire, e la dice, guadagnandosi una prima “bacchettata” da parte del presidente del consiglio, il cui unico scopo è quello di consentire il regolare svolgimento del consiglio comunale, con maglia neutra, ma comunque con il difficile compito di arbitro tra giocatori che si contrastano oramai tanto direttamente ed energicamente da paragonare lo scontro a un “corpo a corpo” calcistico. La partita è tutta tra Ciambella da un lato, il suo partito dall’altro, che non fiata, ma la cui linea è chiara: non intervenire dopo l’informativa della Asl. Una strategia di campo, dalla quale la Ciambella si dissocia e inizia a giocare la sua partita da solista. Barelli contesta direttamente con il presidente l’iniziativa della Ciambella-fioroniana. «Ho valutato l’urgenza delle interrogazioni», dice Evangelista, «Non mi interessa che lei valuti l’urgenza in privato, lo deve fare pubblicamente, non sappiamo che argomento riguardino le interrogazioni», ribatte Barelli, nel tentativo di “sfilare palla”, o meglio “parola” all’ex capogruppo del Pd. Ma nella parte di campo regolamentare, Evangelista sa il fatto suo: «Intanto, consigliere Barelli la parola si chiede e non si prende in consiglio comunale», dice il presidente del consiglio. E allora Barelli: «Chiedo la parola dunque per il richiamo al regolamento», replica. Ma il regolamento dice che: «L’urgenza è valutata esclusivamente dal presidente del consiglio comunale», assesta il suo colpo Evangelista. Punto che Barelli non può fare a meno di riconoscere. «Prendo atto, ma non condivido, anche se è tua facoltà farlo». Ciambella può “prendere la palla” e proseguire la sua azione di gioco diretta verso la porta avversaria: la Asl di Viterbo. E lo fa con la sua proverbiale grinta: «Mi stupisco – dice – che per parlare in consiglio comunale di pandemia, si arrivi a nominare eccezioni di tipo regolamentare. Io, formalmente avevo già inviato le mie interrogazioni ieri e trovo sgradevole e inopportuno questo atteggiamento volto a non voler far parlare un consigliere comunale che rappresenta i cittadini interessati ad avere dei chiarimenti». A questo punto l’”arbitro” Evangelista è costretto a puntualizzare anche con Ciambella: «Scusi non ho capito a chi si sta rivolgendo». Non si fanno nomi. Restano tra le righe di quella trama, di cui si diceva prima e di cui Ciambella è una delle principali tessitrici: «Mi sembra strano – ribatte l’ex capogruppo dem  – che non si possa  intervenire in un consiglio comunale così importante, per il quale ringrazio il sindaco di essersi fatto parte attiva, e che mi permette di esporre qui le difficoltà e i dubbi posti dai cittadini», dice Ciambella che punta il dito sulla necessità di una «correttezza di informazioni, una cosa che vado lamentando dall’inizio del lockdown». Contro chi? Chi avrebbe dovuto dare corrette informazioni, secondo Ciambella? Ringrazia sindaco e Asl per «Questa informativa, ma fare delle riflessioni, ora, è d’obbligo». Giunta a tre quarti di campo, per restare in gergo calcistico, la Ciambella, a questo punto, costruisce il suo tiro in porta: «Avrei trattenuto queste riflessioni, anche se non riesco a capire l’utilità di un’informativa unilaterale, senza un minimo di confronto con i consiglieri comunali, portatori delle istanze dei cittadini. Ma per me è inevitabile, fare presenti alcuni aspetti». Il centroavanti Barelli è superato, Ciambella è di fronte alla porta della Asl e costruisce il suo tiro di fronte al silenzio della linea di difesa, quella che in capigruppo aveva deciso di evitare dibattiti sulla Asl. Calma e gesso: la Ciambella si infila il guanto di velluto per prendere a sonori pizzicotti la Asl di Viterbo: «Non voglio scovare responsabili o nemici, l’unico nemico è il virus» dice, e poi la butta là: «Voglio sapere quanti operatori sanitari si sono contagiati». E ancora: «Quando il numero di contagi aumentava, e c’era difficoltà ad avere esiti per cui bisognava recarsi a Roma, ricordo di averla chiamata più volte sindaco – dice Ciambella – per ubicare a Viterbo laboratori di analisi per processare i tamponi in loco. Quella proposta, come tante, è stata appellata come pretestuosa, in realtà poi ci siamo arrivati». E anche sull’utilizzo degli ospedali di Montefiascone e Ronciglione, la stoccata di Ciambella non si fa attendere: «Lo chiedevamo da tempi non sospetti. Averlo fatto un po’ prima – prosegue Ciambella – avrebbe significato non perdere tempo, ed essere più aderenti al territorio». La questione degli alberghi: «Ci sono stati casi in cui le persone non sapevano dove passare la quarantena. Sembrava che anche lì, chiedessimo cose astruse, grazie a Dio, invece, la Regione Lazio ha fatto una convenzione con Federalberghi, partita in tutte le province. E anche ora, quando pensiamo solo a dare stimoli, veniamo tacciati di demagogia». La Ciambella si rivolge al sindaco, ma le “puntualizzazioni” riguardano chiaramente la strategia messa in atto dalla Asl di Viterbo nella pandemia, e cadono come tante “X” rosse sulle operazioni messa a segno dalla Asl in questi mesi. Poi Ciambella arriva all’RT: «da bollettini e articoli di stampa pare fosse arrivato a 2», poi c’è «la difficoltà dei cittadini a prenotare un tampone». Oramai Ciambella è senza freni, le interrogazioni urgenti: catena del freddo e tamponi nella farmacia comunale, sono solo piccole boe lampeggianti in lontananza, la Ciambella oramai naviga nel mare aperto della pioggia di domande alla Asl, che le sta evidentemente a cuore. Ma nel frattempo l’opposizione non è rimasta a guardare: ha sommerso il presidente del consiglio, Stefano Evangelista, con una pioggia di messaggi sulla chat. Cosa hanno scritto non è dato sapere. A verbale resta solo la risposta del presidente del consiglio: «Leggo molti messaggi nella chat. Riguardo al suo intervento – dice Evangelista a Ciambella che oramai parla da circa 40 minuti – la invito ad andare al punto. C’è stato lo spirito condiviso – riprende Evangelista – sia da me, che dai capigruppo di limitare gli interventi dei consiglieri comunali a chiarimenti tecnici a quanto posto dai relatori e di evitare il dibattito politico che sarebbe poco utile alla cittadinanza. Però non potete pensare che io possa zittire un consigliere comunale su temi che afferiscono le interrogazioni. Al contrario potranno intervenire anche gli altri consiglieri, dopo l’intervento di Ciambella». È di nuovo Barelli a farsi sentire, ma sulla chat del presidente, pare, che di messaggi per mettere un argine alla Ciambella siano stati più di uno. A questo punto Barelli, visto che la partita si gioca oramai sul campo regolamentare, si appella al tempo massimo concesso a un consigliere comunale per intervenire. Ciambella parla da circa 40 minuti, per Barelli è un netto “fuori gioco”: «Non stiamo zittendo nessuno – dice Barelli – non è corretto far passare le nostre richieste come il tentativo di non far parlare un consigliere comunale, tant’è che lo sta facendo dall’inizio del consiglio comunale. Praticamente stiamo assistendo a un monologo. In capigruppo si era deciso di non intervenire. Il consiglio comunale è superiore, può decidere di fare altro. Però ci devono essere delle regole. Non possiamo assistere a un dibattito di un consigliere comunale soltanto. Inoltre non sta parlando delle interrogazioni, ma di altro. Non so quanto questo altro sia così urgente». Il presidente del consiglio richiama Ciambella al rispetto dei tempi. «Se i cittadini ci stanno guardando – dice lei –  si daranno molte risposte a molte domande. Io ho chiesto la parola perché sono un consigliere comunale e rappresento i cittadini». Ma l’exploit arriva quando Ciambella, in proposito all’opportunità di realizzare una catena del freddo a Viterbo per la distribuzione dei vaccini,  dichiara: «Siccome quando si parla di vaccino, si parla di una cosa seria, che interessa ai cittadini, non molto a tutti i consiglieri…». A questo punto Barelli salta dalla sedia: «Presidente, però tu ci devi tutelare, non puoi permettere che Ciambella dica queste cose, che ai consiglieri non interessa il vaccino». E la Ciambella: «Ma è normale? Posso proseguire? O devo sventolare bandiera bianca, dichiararmi prigioniera politica? In che tribunale volete processarmi?». «Purtroppo ho sentito cose ben peggiori, da tutte le parti  – dice Evangelista a Barelli – non mi scandalizzo per questa frase (sui vaccini ndr). Dopo Ciambella, potrà intervenire lei e dire ciò che non le sta bene. Mi scuso, però, verso i cittadini e la dottoressa Donetti per il brutto teatrino, non pensavo che oggi si arrivasse a tanto. Non ce l’ho con nessuno in particolare, ma non credo sia un bello spettacolo per la città», ha detto Evangelista, ignaro di quello che sarebbe capitato di lì a poco. Il direttore generale, Donetti, risponde punto su punto alle perplessità di Ciambella e con la stessa “grazia” rifila tra le righe una lezione sulla programmazione dell’attività sanitaria, i suoi tempi i suoi parametri e le sue strategie.  Chiusa la parentesi dello scontro interno all’opposizione, prende la parola il consigliere comunale della Lega, Andrea Micci, un po’ per fare cosa utile, un po’ per cercare, forse, di tirare fuori la nave del consiglio comunale dalle acque tempestose della minoranza, chiede ai dirigenti Asl cosa fare in caso di sintomi Covid. Prende la parola un giovane medico, in videoconferenza, come tutto il consiglio comunale e gli ospiti, e inizia a dire che la regola numero uno è il distanziamento sociale. Che è inevitabile togliere la mascherina quando si è a pranzo con i colleghi, ma di fuori va sempre indossata. A quel punto si sente una voce fuori campo, una risata: “ohhhhhhhh…..eh eh eh…cog****e. Il giovane medico resta basito, occhi sgranati, espressione sgomenta, pietrificata. Un consigliere inavvertitamente ha lasciato aperto il suo microfono. «Spero non ce l’abbia con me», dice il medico. Evangelista lo rassicura: «No, si è aperto il microfono a un consigliere comunale, ci scusi tanto». Il presidente Evangelista getta la spugna: «Che vergogna». Il consiglio va in archivio. Ma probabilmente non sarà l’ultimo di questo tenore.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.