Home Attualità I genitori dei bambini delle scuole di via Emilio Bianchi, “niente migranti a due passi dai nostri figli”

I genitori dei bambini delle scuole di via Emilio Bianchi, “niente migranti a due passi dai nostri figli”

0
0

È l’argomento del giorno. Qualche minuto prima del suono della campanella, le tante mamme che accompagnano i propri bambini in una delle scuole situate in via Emilio Bianchi formano frettolosi capannelli e ne cominciano a parlare. Circola di bocca in bocca ormai da giorni l’ipotesi che un edificio situato proprio nei pochi metri della stretta via su cui si aprono gli ingressi alle scuole, possa diventare a breve un centro di accoglienza per immigrati, che solo una volta giunti nella struttura, e quindi successivamente al loro pieno inserimento nel centro cittadino, saranno sottoposti alla procedura di identificazione che permetterà di capire effettivamente chi sono. Ipotesi che ha immediatamente materializzato nei pensieri dei genitori scenari non proprio sereni, considerati anche i tempi che corrono. Se l’ipotesi si rivelasse fondata e presto si procedesse all’apertura di un centro di questo tipo, in pochi metri di una strada strettissima si verrebbero a concentrare e a convivere un folto gruppo di clandestini, si parla di una cinquantina, con i bambini e i ragazzi di ben quattro scuole: nido, infanzia, primaria e medie. Non solo, quindi, una situazione di potenziale pericolo dovuta alla non conoscenza preventiva delle persone che saranno inserite all’interno di un tessuto cittadino così popoloso, ma veri e propri problemi logistici che andrebbero a congestionare una via che già, negli orari di ingresso e uscita delle scuole, si presenta estremamente intasata. Difficile trovare una mamma o un papà favorevole ad accogliere immigrati proprio qui. Così non appena il gruppo di Fratelli d’Italia, capeggiato dai consiglieri Luigi Buzzi, Gianluca Grancini e dal coordinatore Giuseppe Peruzzi, si affaccia in prossimità dei portoni delle scuole a chiedere una firma contro l’ipotesi del centro per l’immigrazione, si formano lunghe file di genitori pronti a prendere la penna in mano e mettere nero su bianco il loro dissenso.  L’occasione è utile anche per fermarsi a chiacchierare, dopo aver lasciato i bambini a scuola, sui pro e sui contro di una simile prospettiva. Per i genitori la colonna del “contro” si riempie di molte crocette, mentre quella del “pro” resta vuota. Va sottolineato, al riguardo, che le scuole di via Emilio Bianchi sono forse le più “mature” dal punto di vista dell’integrazione. Il fatto di trovarsi al centro di quartieri dove vivono moltissimi stranieri, porta ad avere classi con molti bambini di altre nazionalità che oramai sono perfettamente integrati con quelli italiani, grazie al lavoro attento e incessante delle maestre, che, stando alle testimonianze dei genitori, hanno lavorato molto su questo aspetto. Ne parlano Antonella, Jhonatan e Annarita che si trattengono qualche minuto a parlare dell’argomento del giorno dopo aver portato i figli a scuola. “Come si fa a mettere un centro di questo tipo in venti metri di strada su cui si aprono gli ingressi a quattro scuole”, dicono, “vogliamo vedere se almeno hanno considerato l’idea di metterci delle pattuglie –proseguono – se sarà un centro di prima accoglienza non si sa nemmeno chi sono. Per non parlare degli aspetti sanitari. Pensate se arriva qualcuno con la scabbia. Questo poi è un budello di via che già quando veniamo a portare e a prendere i bambini presenta molti problemi di traffico. Se dovesse rendersi necessario un intervento di urgenza delle forze dell’ordine nemmeno riuscirebbero a passare. Consideriamo, poi, che i ragazzi delle medie si muovono in questa via da soli e, a seconda di dove sarà ubicata la mensa, anche tutti gli altri bambini dovranno spostarsi in questi pochi metri di strada. Noi viviamo tutti al centro storico e dobbiamo dire che la situazione è abbastanza tranquilla. Vediamo spesso le pattuglie girare, e alla sera si può tornare a casa tranquilli. Può accadere che al Sacrario, punto di incontro tra vie dove vivono comunità diverse, si scontrino bande avversarie, soprattutto dopo che hanno bevuto. Ma ormai le forze dell’ordine lo sanno. Ma questa dei clandestini è tutta un’altra cosa”.

 

(Guarda altre interviste clicca qui)

Ti.Ma.

tags:
Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.