Home Cultura Isola Bisentina: uno dei tanti punti “in mezzo al lago” della desolante narrazione italiana
Isola Bisentina: uno dei tanti punti “in mezzo al lago” della desolante narrazione italiana

Isola Bisentina: uno dei tanti punti “in mezzo al lago” della desolante narrazione italiana

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A frapporsi allo sbarco dell’operatore pubblico sull’isola Bisentina, c’è uno scoglio alto decine di milioni di euro che sarebbero necessari all’acquisto e anche agli interventi di recupero di un bene chiuso, oramai, da quasi quindici anni. La notizia della probabile, imminente, cessione del magnifico angolo di natura incontaminata e di storia secolare al centro del misterioso lago di Bolsena, appartenuto finora alla famiglia dei principi Del Drago, ha fatto subito spalancare le orecchie ai rappresentanti istituzionali del territorio. L’isola, che rappresenta un autentico patrimonio della terra di Tuscia, con il suo paesaggio unico che affiora sulla superficie del lago, dove la biodiversità celebra la sua massima espressione tanto da candidare questo specchio d’acqua nel 2005 a sito di interesse comunitario, è ormai chiusa da tanto tempo. Circa quindici anni: l’impronta dell’uomo si sta progressivamente dissolvendo, mentre la natura costruisce un regno tutto suo, allungando, palmo dopo palmo, la vegetazione, aprendo nuovi sentieri alla fauna,  allentando, infine, complice il tempo, le maglie della civiltà riflessa nelle costruzioni, testimonianze di storia, sempre più instabili e fatiscenti.

È questo il mondo che si può immaginare guardando oltre la riva quel lembo di terra, sfumato, sorgere in mezzo al lago. Una macchia scura in mezzo all’acqua. Dentro storie, leggende, misteri. Come un tratto scuro di penna che si rivela su una pagina bianca, e rilascia parole, costruisce mondi, in cui si può entrare solo con l’immaginazione. Per tutti gli anni in cui è rimasta chiusa, la Bisentina, di proprietà privata, è rimasta per tutti solo un “punto” in mezzo al lago. L’eco di una voce da andare a ricercare nei libri di storia, più che nei luoghi della memoria che su di essa sorgono.

Forse era proprio questo il momento in cui il soggetto pubblico avrebbe dovuto mettere in cantiere una sua proposta. Ricercare un’identità del bacino lacuale, metterne a sistema le componenti, nell’ottica di una finalizzazione storico-culturale e quindi turistica, economica, occupazionale, con valenza intercomunale all’interno della quale la Bisentina avrebbe certamente rivelato il suo senso come proprietà pubblica, giustificandone l’investimento da parte delle istituzioni. Pensare di realizzare tutto ciò nei sessanta giorni che, pare, secondo alcuni, dovrebbero esserci, per esercitare un diritto di prelazione da parte pubblica, è semplicemente favolistico. Pochi soldi e meno idee sono l’equazione che alla fine, è quasi una certezza, porteranno il soggetto pubblico a non avvicinarsi per niente al tavolo delle trattative, dove l’isola Bisentina passerà da un privato a un altro. Giornalmente le istituzioni mettono sul mercato un patrimonio di cui non riescono a sostenere la manutenzione o il recupero, ancorati da sempre a una gestione burocratica, piuttosto che a una più manageriale, di beni che da potenziali opportunità diventano, con tale approccio, pesanti scheletri di cui liberarsi, prima possibile. È questo lo spirito dei tempi, la tendenza che porterà ad avere sempre più “punti” in mezzo al lago, da guardare da lontano, confidando solo nella sensibilità dei proprietari per ipotizzare una qualche fruibilità al pubblico.  Che l’ipotesi di un’acquisizione pubblica sia nella sfera dell’utopia lo confermano alcuni dei più autorevoli esponenti istituzionali della Tuscia: Alessandro Mazzoli, deputato del Partito Democratico, e Daniele Sabatini, consigliere regionale del Lazio che hanno praticamente escluso una possibilità di acquisto da parte pubblica. (Leggi l’articolo clicca qui)

 

Tiziana Mancinelli

info@quintaepoca.it

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.