Home Cultura Mai uscita dalla National Gallery, per la prima volta in Italia: è esposta a Viterbo l’opera di Mantegna “Madonna con Bambino e Santi”

Mai uscita dalla National Gallery, per la prima volta in Italia: è esposta a Viterbo l’opera di Mantegna “Madonna con Bambino e Santi”

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Se Maometto non va alla montagna, è la montagna ad andare da Maometto. Una filosofia che sembra aver sposato il sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, per incrementare i turisti a Viterbo, che lo ha portato a spedire “oltre le mura i gioielli di famiglia che si possono spostare”.\r\n\r\nLo ha affermato durante la presentazione dell’opera di Andrea Mantegna “Madonna con Bambino e Santi” ricevuto in prestito dalla National Gallery in cambio della Pietà di Sebastiano del Piombo che, invece, dal museo civico, sua sede ufficiale, è volata a Londra per essere l’opera centrale dell’esposizione dal titolo “Michelangelo e Sebastiano”. Nulla meglio dell’opera viterbese poteva esprimere lo spirito della mostra del National Gallery, essendo l’unico esempio di un capolavoro del Rinascimento eseguito a quattro mani da due maestri, cosa rarissima a quel tempo, quelle appunto di Michelangelo e Sebastiano del Piombo.\r\n\r\nDa parte sua l’opera di Mantegna arrivata a Viterbo a colmare il vuoto lasciato dalla Pietà, “fa parte del nucleo più antico della National Gallery, dalla quale non era mai uscita. Lo ha fatto in questa occasione per venire per la prima volta in Italia ed essere esposta al museo civico di Viterbo”. Lo spiega la responsabile del Mibact, Luisa Caporossi, anche lei presente alla scopertura dell’opera che è visibile da sabato 11 marzo al museo di Piazza Crispi.  “Anni fa – dice Michelini – abbiamo mandato la macchina di santa Rosa all’Expò di Milano, quest’anno ripetiamo l’operazione con la Pietà di Sebastiano del Piombo.  La National Gallery ha circa 3 milioni e mezzo di visitatori all’anno, credo ci sarà un grande ritorno di immagine per la nostra città.  Viterbo, i viterbesi, e Sebastiano del Piombo sono legati da un filo rosso. L’opera, inizialmente, era conservata presso la chiesa di San Francesco ed era molto conosciuta già prima dell’Unità d’Italia.   Successivamente ad essa – prosegue Michelini –  quando le corporazioni religiose si sciolsero, fu trasferita al Palazzo comunale, segno che anche gli amministratori del tempo erano consapevoli del suo legame con la città, così come i religiosi, che accettarono di lasciarla qui”.\r\n\r\nMolto presto le opere di Sebastiano del Piombo potrebbero tornare a Palazzo dei Priori, dove, a piano terra dove sono i portici per la precisione, l’amministrazione Michelini sta realizzando un museo dedicato proprio al grande artista.\r\n\r\n“La nostra idea – dice Michelini – farà di Viterbo il capoluogo di riferimento di Sebastiano del Piombo. Già nel prossimo  bilancio ci sono delle risorse per la realizzazione del museo. La prima cosa che ho fatto quando mi sono insediato, nel 2013, è stata un’esposizione di Sebastiano del Piombo a Palazzo dei Priori per far sì che i viterbesi non perdessero coscienza delle sue opere, dato che in quel periodo il museo civico, dove erano custodite, era inagibile”.\r\n\r\nSi sofferma, invece,  a illustrare il dipinto arrivato dalla National Gallery, Fulvio Ricci: “Mantegna – dice – è uno dei pochissimi artisti del Quattrocento che con una sola opera può creare una mostra importante. Avere un Mantegna a Viterbo, significa che la città è rientrata in un circuito politico culturale europeo e internazionale, una situazione vissuta molti secoli fa. C’è, quindi, una rinascita di questa valorizzazione dell’immagine del nome di Viterbo attraverso le sue eccellenze culturali. Il direttore Gabriele Finaldi della National Gallery, appena nominato, ha organizzato questa mostra su due grandi pittori italiani. Egli è un fautore dello scambio culturale fatto anche con la movimentazione delle opere. Una posizione estremamente coraggiosa, perché non è, poi, così condivisa. In questo caso, però, ci è stato fatto un dono eccezionale. L’opera rispecchia un Mantegna nella sua piena maturità, nel momento in cui è il massimo pittore in Italia e quindi in Europa”.\r\n\r\nLa rappresentante del Mibact, Luisa Caporossi, invece, parla dei dettagli di un’operazione complessa, quella del prestito delle opere. “Si tratta di un prestito eccezionale – dice –  un comitato tecnico scientifico del Ministero ha deciso di mandare l’opera di Sebastiano del Piombo a Londra – spiega – e ritenuto opportuno che Viterbo, spogliata della sua opera più preziosa, chiedesse in prestito alla National Gallery un altro dipinto.  Un organo di tutela ha dovuto esaminare le ragioni del prestito. Sotto il profilo conservativo la movimentazione della Pietà di Sebastiano del Piombo ha generato grande preoccupazione per noi. C’erano poi aspetti legati alla fruizione del museo civico nel momento in cui sarebbe stato privato del suo capolavoro più importante.  Abbiamo ritenuto opportuno, però, fare in modo che Sebastiano del Piombo fosse presente a Londra, perché la sua è l’opera centrale in questa mostra. Abbiamo pensato, inoltre, di creare a Viterbo un evento diverso che fosse motivo di approfondimento di un aspetto della storia dell’arte viterbese. L’opera di Mantegna offre dei collegamenti  con realtà che si conservano qui come la cappella Mazzatosta e il Salvator mundi del Duomo che nell’Ottocento è stato  più volte attribuito allo stesso Mantegna”\r\n\r\n \r\n\r\nVIDEO 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.