Home Cultura Paolo Manganiello parla del Premio dedicato al padre Luigi: “I set a Viterbo sono un’opportunità per la città”

Paolo Manganiello parla del Premio dedicato al padre Luigi: “I set a Viterbo sono un’opportunità per la città”

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Viterbo – Assegnato il Premio “Tuscia, Terra di Cinema 2018”, istituito in memoria di una stimata figura viterbese che il cinema lo aveva tra le sue passioni più grandi: “Luigi Manganiello”. A consegnare il premio, assegnato quest’anno ad Alba Rohrwacher, sorella di Alice, premiata nell’anno di istituzione del premio, ieri sera sul palco del Tuscia Film Fest i fratelli Paolo e Antonio Manganiello. “Il Premio nasce nel 2014 – dice Paolo Manganiello – nell’ambito del Tuscia Film Fest, proprio nell’anno in cui il 5 maggio veniva a mancare mio padre. Abbiamo subito accolto l’idea del direttore artistico Mauro Morucci e quel sentimento di dolore e tristezza nel momento della sua scomparsa si è con gli anni tramutato in passione per il cinema, che lui ci ha trasmesso insieme ad altre, come il teatro di cui io mi occupo. Da quell’anno si sono avvicendati diversi premiati, la prima Alice Rohrwacher, c’è stata anche Greta Scarano e, l’anno scorso, Kim Rossi Stuart. Abbiamo sposato questa iniziativa del premio lusingati e in queste serate in cui viene consegnato ci ritroviamo sul palco del Tuscia Film Fest a rappresentar enostro padre”. Un bel modo, quindi, di ricordare una persona amata che non c’è più, e allo stesso tempo un ottimo veicolo di promozione del territorio, verso il quale persone come i Manganiello si sono sempre dimostrati attenti e sensibili con un evidente interesse alla cura e alla valorizzazione. Assente ieri sera la premiata, la protagonista di Lazzaro Felice, Alba Rohrwacher che ha portato un saluto all’arena allestita in piazza San Lorenzo tramite un video, con la promessa di venire nella Tuscia a novembre per ritirare il premio in occasione della presentazione dell’altro film girato a Viterbo “Troppa Grazia” di Zanasi. “Il Tuscia Film Fest – prosegue Paolo Manganiello – ha fatto un ottimo lavoro negli anni, presentando non solo film e rassegne, ma anche intrattenendo contatti con diversi registi anche importanti che poi vengono a girare a Viterbo, valorizzando la nostra città e i suoi aspetti architettonici nel centro storico e non solo. Questa attenzione delle case di produzione potrebbe essere per la Tuscia un’ottima occasione per creare una sorta di set continuo, dove le compagnie vengono e girano i loro film e fiction. Se ci fosse da parte dell’amministrazione comunale un’attenzione più precisa e più continuativa alla presenza in città di queste produzioni, secondo me potrebbe essere anche un’opportunità per proporre e impiegare le professionalità in questo settore che già esistono sul nostro territorio, non solo comparse, ma uffici stampa, personale per la logistica e tanto altro ancora. Insomma a Viterbo non ci manca proprio nulla. Anche diventando partner di chi viene dall’esterno si può innescare uno sviluppo culturale, senza necessità di fare voli pindarici, ma semplicemente lavorando sul concreto”. In campagna elettorale, Silvio Franco, tra gli autori del successo indiscutibile di Civita di Bagnoregio, aveva messo in guardia dal considerare Viterbo un set cinematografico, che non porterebbe realmente turisti, ma aveva sottolineato la necessità di avere una “visione” per poter definire un’identità turistica della città. Fermo restando questo punto sicuramente valido di definire un brand per Viterbo e un dna a livello turistico, sulle produzioni Manganiello ha un’altra visione: “Intanto consideriamo Viterbo un set cinematografico. La gente verrà incuriosita da questo e da altro, scoprendo anche la storia della città e le sue bellezze  che oramai sono diventate di facile divulgazione tramite vari canali e i media. Certo non dobbiamo affidarci solo ai set cinematografici per promuovere il territorio, ma sicuramente, a mio avviso, sviluppano quella curiosità nelle persone  tale da farle venire qui. Basta guardare alla location vicino Terni utilizzata da Benigni per girare il suo Pinocchio. Un posto abbastanza tetro, senza nulla, dove è stato necessario allestire un  set artificiale che ora richiama molte persone. Qui, invece, abbiamo delle architetture che sono scenografie naturali e una storia”.  Materiale eccellente per “creare delle visite e proprio su questo fronte – prosegue Manganiello – il Tuscia Film Fest ci sta lavorando  da tempo. Qui dove sono seduto io – dice Manganiello facendo riferimento alla loggia di Palazzo Papale da dove rilascia la sua intervista video per Quinta Epoca – sono stati girati importanti film, pensiamo all’Othello di Orson Welles. Anche questo è un luogo che fa parte della storia del cinema.  Credo, quindi, che l’amministrazione debba essere più presente su questo fronte, non limitarsi a dare la disponibilità dei luoghi quando c’è una committenza per poi dileguarsi, ma dare vita a forme di partenariato con le produzioni, farsi vedere di più”.

 

Tiziana Mancinelli

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.