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Parco canile, Luisa Ciambella esprime la posizione del Comune

Parco canile, Luisa Ciambella esprime la posizione del Comune

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Assessore Ciambella qual è  la posizione del Comune di Viterbo sulla realizzazione del parco canile ?

“Il parco canile è  una delle primissime cose di cui ho sentito parlare al nostro insediamento, e immediatamente abbiamo sposato l’idea: è evidente che il cane non solo vive in una condizione ambientale migliore, ma, dal punto di vista del benessere, sta meglio e, a cascata, anche dal punto di vista economico nel lungo periodo si potrebbero trovare dei giovamenti. Ci sono però uno o due fatti che non si consideravano all’inizio, perché molto spesso chi ha tanta passione, non si mette a guardare gli aspetti amministrativi, è normale, perché ognuno ha il suo ruolo, e fa il suo lavoro. Intanto, se fossi stata io sindaco all’epoca, avrei evitato di ubicare il canile in quella zona, perché è vero che gli animali stanno bene, ma è anche vero che quell’area ha un vincolo idrogeologico, quindi è forse poco indicata per accogliere un canile. È, inoltre, poco accessibile e ogni volta che piove il macco, mi dicono, arriva in piazza a Bagnaia. Poteva essere scelto un posto raggiungibile in maniera migliore, e non ubicato sul cucuzzolo della montagna. Assodato questo, e che l’ambiente è bello e si presta a diventare un parco canile, bisogna vedere come farlo, considerando che la regione Lazio non ha ancora adottato una legge in merito, e che, inoltre, la Asl ci ha fornito una serie di prescrizioni serie, tra cui il problema dello smaltimento dei liquidi reflui, quindi delle deiezioni.   Su questa prescrizione abbiamo chiesto la possibilità di approfondire, per cercare di dare una risposta, e mantenere lì il canile, perché anche per l’amministrazione comunale, che oggi si trova ad averlo lì, sapendo anche che tutte le associazioni sperano che ci resti, sarebbe un problema spostarlo. Nessuno di noi vuole trasferire il canile, questo sia ben chiaro, è evidente però che se non si supera il problema del vincolo idrogeologico che la Asl ci ha notificato, non possiamo andare contro legge. Riguardo alla spesa dei 700 mila euro, sono riuscita a diminuirla di quaranta, cinquantamila euro in tre anni. Quando sono arrivata le spese del canile venivano rimborsate a piè di lista senza controlli. Convinta della buona fede di tutti, credo che lì dentro, forse, c’era una modalità, una facilità di acquisto che non si addice ai cani, proprio perché, come dice papa Francesco, prima ci sono gli uomini, poi ci sono gli animali. Il fatto che il Comune di Viterbo, però, debba pagare questa cifra per i cani, l’ho già detto in consiglio, non è una scelta discrezionale, è una legge che me lo impone. Quello che posso fare, e l’ho fatto, è aumentare i controlli per verificare che tutti i cani che sono all’interno del canile abbiano diritto a starci. Queste verifiche ci hanno fatto trovare nel canile cani di privati. Possono essere famiglie che, mi dicono, hanno preso un cane  e poi si sono rese conto di non avere più la possibilità di mantenerlo con la crisi che si è abbattuta su tutti, oppure persone anche abbienti che si sono stancate di tenere il cane. Nella mentalità di gestire il pubblico come fosse il mio, quindi, il privato, abbiamo trovato delle bestione di privati. Poche, in realtà, otto, dieci. Però le abbiamo trovate.  Abbiamo trovato cani non accalappiati dal comune di Viterbo. Proprio perché gestiamo risorse pubbliche sono tenuta a verificare.  Il parco canile è un qualcosa che sulla carta vogliono tutti, ma noi non abbiamo un vademecum a cui ispirarci per realizzarlo. In più abbiamo le prescrizioni della Asl che ci dicono che il canile per tanti aspetti è fuori norma, quindi al di là della buona volontà, dobbiamo fare una sintesi con la legge. Quello che voglio dire a tutti i volontari che mi scrivono lettere aperte è questo: non è una mancanza di sensibilità, è che noi dobbiamo provvedere a dare una risposta ai cani, che devono stare bene e rispettare tutte le leggi, devono vivere in certe condizioni specifiche, ma dobbiamo anche occuparci di gestire i soldi pubblici che ci danno i viterbesi nella maniera più oculata e più corretta possibile. Pensare di dire alle famiglie dei  malati di Rsa che spendiamo quei soldi per i cani, è una ferita per tutti, ma io non ho alternativa. L’alternativa è stata per il Comune di Viterbo di aumentare i fondi anche dall’altra parte compatibilmente al bilancio. Se ci fossero le condizioni per sistemare il canile, noi vorremmo mantenerlo lì, è evidente però che esigiamo correttezza, precisione perché l’atteggiamento di chi a casa sua decide di prendere un cane che trova per strada o dell’amica perché lo abbandona, manifestando grande sensibilità, non va a braccetto con la correttezza, la legalità e il fatto che le risorse pubbliche debbano essere utilizzate nel pieno rispetto di tutti i viterbesi”. 

Non sono gli otto, dieci cani che non avevano diritto a stare in canile a incidere sulla spesa però….

“E’ vero che non incidono sulla spesa dei 700 mila euro, ma il fatto che lì ci siano cani che non sono autorizzati a starci, configura un reato. Forse in passato si faceva in maniera un po’ diversa. Resta poi il fatto che il Comune oggi ne ha trovati otto, ma se non avesse controllato, e l’andazzo fosse continuato, avrebbe speso per mangime, alloggio dei cani, vaccinazioni, soldi  non dovuti. Poi se sono otto o  ottomila, per carità, la cosa è più grave, ma resta il fatto che è comunque una cosa illegittima e che va censurata”.

Non crede che passare dai canili convenzionati al parco canile possa comportare un risparmio?

“Abbiamo già abbassato il costo del singolo cane ospitato dai canili convenzionati. Paradossalmente con il canile gestito da noi, e il parco canile, non è che cambi molto. Sì, puoi tenere i cani più liberi, però un cane deve stare in una gabbia di 4 metri quadrati, che non hanno nemmeno i detenuti in cella, ci sono degli standard previsti per legge, quindi non ci sarebbe poi tutto questo risparmio. Loro sostengono che quasi tutti i cani che sono nel privato potrebbero essere portati lì, ma lo sostengono senza un progetto concreto, sulla base di una disponibilità generica che la Regione gli ha dato, dicendo di presentare un progetto.\r\n\r\nQuesto avveniva sette, otto, dieci anni fa, perché la cosa è lunga. Ad oggi la Regione non ha deliberato, quindi, presentare un progetto, anche la Asl mi dice: ‘cosa gli andiamo a proporre’? Copiamo la Toscana, va bene, ma la Regione Lazio non ha dato delle linee guida, quindi dovremmo fare tutto un po’ al buio. Poiché ci sono investimenti da fare, bisogna stare attenti, magari andiamo avanti e poi la Regione si alza, un giorno, e dice che non ci ha autorizzato, che, sì, lo abbiamo chiesto, c’è una lettera interlocutoria di dieci anni fa, ma in mancanza di una normativa precisa, la lettera lascia il tempo che trova. Mi sembrava di aver capito che anche il consigliere Santucci, in consiglio comunale, aveva l’intento di far vivere tutti. Io sono d’accordo. Facciamo il parco canile nel momento in cui sarà possibile, facciamo accogliere più cani possibile, però vogliamo far morire tutti i privati? Va bene, se mi si chiede questo.  Penso che nel rispetto delle risorse e della loro gestione, noi dobbiamo tenere conto di tutto. Immaginare che 600 cani stiano tutti al parco canile, secondo me è un sogno, che giustamente chi ha questa spiccata sensibilità può immaginare di fare, ma l’amministrazione deve filtrare questo loro sogno con la legge e la possibilità di non far morire nessuno”.

Dato che gli ostacoli alla realizzazione del parco canile sono la presenza del vincolo idrogeologico e la mancanza di una normativa specifica da parte della Regione Lazio, il Comune come si muoverà da domani?

“Cercheremo sicuramente di risolvere il problema del vincolo idrogeologico, se possibile, ed eventualmente sollecitare la Regione a legiferare. Qualora queste due situazioni non si risolvessero, saremo costretti a individuare altre soluzioni insieme agli attori del settore, sapendo che abbiamo la responsabilità di tenere insieme tante cose,  che comunque la gestione del servizio va garantita, puntando sempre di più a diminuire il costo, non ad aumentarlo, non peggiorando la situazione dei cani, in primis, ma neanche aggravando di più il bilancio comunale. Ma ripeto, solo in subordine, se non riusciremo a superare queste due problematiche, valuteremo altre soluzioni”.

 

Tiziana Mancinelli

(In foto l’assessore Luisa Ciambella)

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.