Home Politica Sterzata di Michelini: “Il campo profughi deve chiudere, Viterbo non può diventare città di migranti”

Sterzata di Michelini: “Il campo profughi deve chiudere, Viterbo non può diventare città di migranti”

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Il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini prende posizione sul centro di accoglienza che sta nascendo alle porte di Viterbo: “Il campo va chiuso”, ha detto, in quarta commissione, ieri mattina, un po’ a sorpresa visto che nei giorni precedenti era sembrato non volersi opporre al progetto di accoglienza che sta prendendo forma in zona ex fiera di Viterbo. Poco prima il vice prefetto Grillo aveva detto che: “Il cta resterà aperto finché lo richiederà l’emergenza, indipendentemente dalla scadenza del contratto”.\r\n\r\nPiano che ora si trova sulla strada la posizione contraria del sindaco, oltre a quella dell’opposizione e, probabilmente, anche di gran parte della maggioranza.\r\n\r\n“Viterbo non può diventare una città di migranti – ha detto Michelini –  ho sempre avuto il massimo rispetto verso l’accoglienza, la diversità di cultura e di religione, ma non si può pensare di stravolgere una realtà sociale in funzione di qualche imprenditore che viene a fare affari con i migranti. Stiamo in emergenza e in qualche modo dobbiamo dare delle risposte. L’accoglienza diffusa è la forma migliore. Comprendo che se arrivano 30 persone c’è difficoltà a trovare disponibilità immediata di appartamenti. Però il campo non va bene. Deve chiudere il prima possibile. È necessario trovare uno stabile dove poter accogliere queste persone il tempo necessario a verificare se si tratti di richiedenti asilo o migranti economici. Il campo è l’estrema ratio. Mi rendi conto che c’è l’emergenza, ma il cta all’ex fiera deve persistere il minor tempo possibile. Se è una soluzione tampone allora deve essere legata a un rapporto contrattuale che ne definisca la durata breve. La toleranza del campo profughi è legata a questa condizione. Ne parlerò con il Prefetto. Se devono arrivare altre 60 persone invito la Prefettura a cercare delle soluzioni dove il campo non sia contemplato, a meno di trovarsi senza alternative immediate e per un tempo molto limitato”.\r\n\r\nMichelini ha, inoltre, avanzato l’idea di stilare un protocollo: “Quella della ex fiera è un’area a destinazione agricola, ci sono insediamenti produttivi, dobbiamo garantire dignità ai migranti, ma dobbiamo anche tutelare le attività esistenti che creano occupazione e investimenti e recano vantaggio alla nostra economia. Ci deve essere un protocollo firmato tra Comune, Prefettura e le imprese della zona per far sì che essa mantenga la sua caratterizzazione commerciale e non venga arrecato pregiudizio alle attività esistenti. Non si tratta di una zona disabitata, ma di un’area dove l’esistenza delle aziende è più importante della presenza abitativa di altre persone”.\r\n\r\nIl primo cittadino ha, inoltre, lanciato l’idea al vice prefetto di “chiamare i sindaci alle proprie responsabilità. Poiché sono 60 – ha detto Michelini – e alcuni non sono stati gravati da questo punto di vista dell’accoglienza, sarebbe opportuno, a mio avviso, invitarli a fare la propria parte. Se ci sarà una percentuale da rispettare a livello provinciale, Viterbo farà la sua parte in base alla popolazione demografica. Se si tratta di accogliere il  2.5 per mille degli abitanti siamo a 150 migranti. Un comune di tremila abitanti ne dovrebbe accogliere 5”.\r\n\r\n \r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.