Home Politica Viterbo, consiglio straordinario sui migranti: quattro ore di discussione per dichiarare “seduta deserta”

Viterbo, consiglio straordinario sui migranti: quattro ore di discussione per dichiarare “seduta deserta”

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Sugli  immigrati si discute inutilmente quattro ore per poi realizzare che i numeri non ci sono e chiudere una seduta “deserta”. Di consigli comunali finiti nel nulla dall’insediamento dell’amministrazione Michelini ormai se ne contano a decine, tanto che sono le sedute svolte con regolare votazione dei punti all’ordine del giorno ad essere diventate la vera eccezione. \r\n\r\nLa regola è, infatti, un’altra: mancanza del numero legale. Una volta è la variazione di bilancio, tante altre la decadenza del consigliere comunale Chicco Moltoni, per non parlare della lunga assenza dai banchi della sala d’Ercole di parte della maggioranza del Pd nel momento di massima crisi dell’amministrazione Michelini, quello in cui il baratro del “tutti a casa” non si è mai visto così vicino. Dopo aver galleggiato per diversi mesi, con un consiglio comunale di fatto paralizzato, la maggioranza si era ricomposta per proseguire una legislatura che da quel giorno in poi è stata sempre  più incolore, priva di slanci e azioni di rilievo capaci di innovare e trasformare la città, salvo qualche rara eccezione come il sofferto iter di approvazione del polo termale del Paliano, non ancora concluso peraltro. Così anche stamattina l’argomento sulla gestione del flusso migratorio che da diversi mesi sta interessando la Tuscia con numeri di rilievo, ha dovuto arrendersi all’evidenza dei numeri.\r\n\r\nAl primo appello il numero legale non c’è, nemmeno con la minoranza  in consiglio comunale. Alla seconda chiamata arriva il sindaco Leonardo Michelini e Livio Treta e la seduta inizia.\r\n\r\n“Il sistema Europa ha lasciato l’Italia da sola in mezzo al mare – è il commento di Giulio Marini (FI) – nel 2016 abbiamo già speso 4 miliardi e mezzo di euro per l’accoglienza. La Prefettura non può fare nulla alle sue spalle – prosegue Marini all’indirizzo del sindaco Michelini – le strutture che stanno collocando alla ex Fiera di Viterbo sono provvisorie e quindi al 91 esimo giorno se ne dovranno andare da lì”.\r\n\r\n“Più che un campo profughi mi sembra un lager – continua Chiara Frontini (Viva Viterbo) – il modello di accoglienza delle grandi concentrazioni sta instillando nella popolazione rabbia, repulsione e addirittura odio invece che sentimenti di accoglienza e condivisione. C’è uno strumento che può utilizzare il Sindaco ed è la circolare firmata dal Ministro Alfano dell’ottobre scorso, dove si dice chiaramente che nei comuni dove è attivo lo Sprar non possono verificarsi nuovi arrivi non programmati, con conseguente attivazione, in caso contrario, della clausola di salvaguardia”.\r\n\r\nContrario al modello di accoglienza che sta prendendo forma nel capoluogo dopo l’insediamento di un folto gruppo di migranti presso un edificio di via Emilio Bianchi e l’imminente arrivo di altri circa sessanta migranti presso l’ex fiera di Viterbo, si dichiara anche il portavoce Cinque Stelle, Gianluca de Dominicis: “Qui non stiamo favorendo l’integrazione, bensì la ghettizzazione. La Prefettura non può muoversi da sola con i privati perché poi ecco che prevale la logica economica. Avviamo un tavolo provinciale con Prefettura, i Comuni e il mondo dell’associazionismo”, è l’idea di De Dominicis che aggiunge:  “Io, personalmente, non credo che quei container staranno lì alla ex Fiera di Viterbo, solo 90 giorni”.\r\n\r\nPer Arduino Troili (Pd) la situazione che rischia di innescarsi sulla questione migranti è “una bomba sociale”, dice, lanciando come idea quella di chiedere alle “parrocchie di ospitare ciascuna una famiglia di richiedenti asilo”.\r\n\r\nResta senza parole, invece, la consigliera Maria Rita de Alexandris (Viva Viterbo): “Questo consiglio è venuto male – dice – non ha più senso. Mi trovo imbarazzata a parlare per ultima. In questo momento mi sento più cittadina che consigliera. È giusto accogliere, ma non è giusto il metodo. Li stiamo trattando male, messi in un luogo dove prima c’era il circo”.\r\n\r\nL’”evaporazione” del consiglio comunale, con soli sei consiglieri di maggioranza: Moricoli, Bizzarri, De Alexandris, Cappetti, Treta, Troili è un dato di fatto pure per il sindaco: “Parte della maggioranza non c’è –  prende atto Michelini  prima di ribadire la sua posizione in merito al centro di accoglienza temporanea alla ex Fiera di Viterbo: “Il sistema non può essere questo – spiega il Sindaco –  è una situazione che dovrebbe essere gestita meglio in vista di realizzare una vera integrazione nel rispetto della dignità umana. Le presenze vanno distribuite in piccoli nuclei su tutto il territorio”. Dopo l’intervento del sindaco si vota la sospensione della seduta.  La minoranza e quel che resta della maggioranza si ritirano nella sala Regia per stilare un documento unico, condiviso, ma quando rientrano nella sala d’Ercole il segretario generale fa l’appello e il numero di consiglieri affinché la seduta possa proseguire validamente non c’è più. Si decide di aspettare cinque minuti per poi procedere alla seconda chiamata. Ma anche stavolta il numero dei presenti è insufficiente, il presidente del consiglio, Marco Ciorba, dichiara la seduta deserta e la questione degli immigrati resta in “alto mare”

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.