Home Politica Museo civico, Frontini: “C’era tutto il tempo per organizzare l’apertura e pensare al biglietto unico”
Museo civico, Frontini: “C’era tutto il tempo per organizzare l’apertura e pensare al biglietto unico”

Museo civico, Frontini: “C’era tutto il tempo per organizzare l’apertura e pensare al biglietto unico”

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ViterboChi ha mai sentito parlare del museo civico di Viterbo? A sentire le testimonianze degli addetti del settore turistico: veramente pochi. Chi viene a visitare Viterbo, chiede dove si trova Palazzo papale, San Pellegrino, ma non il museo civico. Forse perché non sanno che a Viterbo ce ne sia uno. E non dipende certo dall’ubicazione. Anzi, si potrebbe dire, che la presenza di un polo “potenzialmente” attrattivo per i turisti a piazza Crispi, quindi in un’altra parte della città rispetto a quella attualmente più frequentata dai visitatori, potrebbe aiutare a sviluppare in modo equilibrato tutta l’area urbana, allargando il flusso turistico anche al quadrante che contiene il santuario di Santa Rosa, il teatro dell’Unione, la Rocca Albornoz e tra un po’ le scuderie Sallupara. Non è, quindi, un problema fisico, quanto, probabilmente di promozione che forse finora non c’è stata, considerata anche la chiusura forzata in seguito al crollo. Ora, a 40 giorni dall’insediamento della nuova amministrazione, sarebbe il caso di sapere quale sia la visione in merito. Ci sono piani per il museo civico? Quali sono? La chiusura a ferragosto, mentre tanti altri musei sono stati aperti e hanno fatto il pieno, rilancia un quadro piuttosto scorante sulle prospettive future della struttura. È vero che il nuovo assessore alla cultura, Marco de Carolis, si  è insediato solo da circa 40 giorni ma, secondo Chiara Frontini (Viterbo 2020), “C’era tutto il tempo di predisporre un’apertura straordinaria, così come per avviare le procedure per l’istituzione di un biglietto unico. Non richiede particolari investimenti, c’era solo da sedersi intorno a un tavolo con chi gestisce le altre realtà”. Cosa che, almeno fino ad oggi, non sarebbe ancora stata fatta. Il biglietto unico è una misura in grado di dare una forte azione propulsiva al museo civico, agganciandolo in modo immediato a realtà, come il museo del Colle del Duomo e la Rocca Albornoz, già con un loro giro piuttosto numeroso di visitatori. Ma niente. Sul museo civico, almeno per ora, è calato il sipario. “La chiusura di ferragosto è solo la punta dell’iceberg – dice Frontini – c’è un’idea a monte di come sviluppare il turismo? Se sì allora metti insieme una serie di azioni che ti permettono di attuarla. C’è l’opera importantissima di Sebastiano del Piombo, ma come è valorizzata, come è raccontata? Non è tanto l’ubicazione del museo civico a piazza Crispi, soprattutto se c’è una buona comunicazione per portare le persone là  – dice Frontini alla domanda se spostare o meno il museo dall’area esterna a ridosso delle mura –. Nel nostro progetto c’è proprio la dislocazione di queste realtà attrattive in città per creare una rete che coinvolga l’intero territorio e, quindi, tutto il commercio. Bisogna capire, però, qual è la visione. Ne hanno una? Per noi, per esempio, l’obiettivo era aumentare la permanenza media  delle persone. Il biglietto unico è una delle tante azioni da porre in essere nell’ambito degli obiettivi che ci si prefigge. Per noi avrebbe dovuto legare: Colle del duomo, Palazzo dei Priori, Museo Civico, Rocca Albornoz e museo della ceramica. Un’idea che non ha niente di innovativo. Lo fanno già tutti, è a Viterbo che siamo all’anteguerra”. La necessità di ragionare nell’ambito di un quadro generale è fondamentale per ottenere la massima efficacia dalle azioni messe in campo. Si pensi in proposito alla decisione dell’amministrazione Michelini di ubicare l’ufficio turistico allo spazio pensilina, originariamente pensato come spazio espositivo,  situato al Sacrario, fuori dal percorso dei turisti che arrivano al parcheggio di valle Faul per prendere gli ascensori e salire direttamente a piazza San Lorenzo. Non sarà, dunque, un caso se il giorno di ferragosto, mentre a Palazzo dei Priori firmavano il registro dei visitatori circa 130 persone, i ristoranti erano pieni, all’ufficio turistico passavano circa 25 persone e il registratore di cassa al termine della giornata avrebbe segnato 4 euro per l’acquisto di una calamita. 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.